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Affondare o emergere, soffocare o respirare, scomparire negli abissi o levarsi verso la luce. L’anima oscilla, così come i moti ondosi del mare, tra luce e oscurità, gioia e sofferenza, vita e morte. Nulla in questa vita ci appartiene ed esiste, se non la nostra stessa appartenenza ed esistenza al mondo. L’anima si avvale dei sensi per nutrirsi di vita, consumare materia, trasformare il presente in ricordo. Oltre la memoria risiede il nulla, così quello che oggi viviamo, l’esperienza del presente resta agganciata a quel ricordo. Forse alla luce… forse all’abisso... In questo autoritratto, il soggetto, colto nel momento dell’immersione o dell’emersione, si trova a mezz’acqua in una congiunzione metaforica tra due mondi paralleli e antitetici in uno stato di sospensione: vuole suggerire il momento in cui le due forze opposte, luna verso il basso, l’altra verso l’alto, si annullano. In quest’opera si dà importanza all’azione, all’attraversamento possibile